Produrre energia diventa facile come bere un bicchiere d’acqua? Pardon come andare al wc? Sembrerebbe di si, o almeno è quanto emerso dalla Nanyang Technology University di Singapore, dove gli scienziati hanno inventato il primo WC ecologico. Un dispositivo che oltre a generare energia dai rifiuti fisiologici del corpo umano riduce del 90% lo spreco d’acqua. Pensatela in una città grande come la nostra capitale, all’austospurgo a Roma, alle fognature e a tutto quell che potrebbe venirne da No-Mix Vacuum Toilet. Questo il nome del disporitivo che presenta un apposito divisore per separare l’urina dalle feci, così, anziché ricorrere a grandi quantitativi di acqia per la pulizia del wc e della tazza, il dispositivo si avvale di un sistema di aspirazione forzata per eliminare gli scarti. In questo modo il consumo di acqua è di soli 0,2 litri contro i 6 litri di un wc come lo intendiamo oggi.
Il processo
Gli escrementi vengono raccolti in camere di fermentazione, tra cui un bioreattore conoscono alla produzione di gas metano che potrà essere successivamente usato per produrre energia elettrica. Per i liquidi invece il percorso è verso una camera di essiccamento dove verranno estratti fosforo, potassio e nitrati così da comporre dei fertilizzanti per uso agricolo e domestico.
Le dichiarazioni del direttore del progetto
Wang Jing-Yuan, direttore del progetto alla Nanyang Technological University (NTU), ha così commentato questa iniziativa:L’obiettivo ultimo di questa nuova toilette non è solo preservare l’acqua, ma anche ottenere un completo recupero di risorse, che sono scarse qui a Singapore. Con la separazione on-site dei rifiuti umani diminuisce il costo di recupero di tali risorse. Con la nostra innovativa toilette, possiamo utilizzare metodo più semplici ed economici per produrre energia e carburante dai rifiuti.
Ma non sembrerebbe tutto rose e fiori. Infatti è emerso qualche dubbio sulla comodità dello strumento. L’attenzione di chi deciderà di utilizzare questo metodo dovrà essere altissima perché sarà difficile evitare che si mescolino liquidi e scarti solidi. Un passo verso il futuro green o l’ennesimo buco nell’acqua?