ISSI Ambiente Ambiente: l’ultima polemica inutile

Ambiente: l’ultima polemica inutile

La tassa sulle borse di plastica biodegradabile ha creato un gran subbuglio: chi a favore, chi contro, chi non capisce il perché. Per chiarire le idee, possiamo provare a fare il punto della situazione

Shopper biodegradabili: perché pagare una tassa?

Premesso che, per una volta, non è una scelta del governo italiano, ma un’imposizione dell’Europa, dovremmo imparare a calarci nei panni dell’ambiente per capire da dove arriva questa decisione. Un sacchetto di plastica può restare nell’ambiente dai 100 ai 1000 anni, uno biodegradabile si discioglie prima, ma non sparisce da un giorno all’altro. Il grosso problema della plastica nasce dalla maleducazione di certe persone che abbandonano ovunque immondizia di vario genere, scarti che finiscono inevitabilmente in acqua e terra diventando, non solo un grosso problema per gli animali che vivono in quegli ambienti, ma anche per noi che ci nutriamo dei prodotti che vengono da quei luoghi.

Basterebbe buttare tutto negli appositi contenitori e una parte del problema sarebbe già risolta, ma solo una parte! L’altra parte è composta dai grossi consumi di plastica che abbiamo nella nostra nazione. Se andiamo in Francia, sono messi più o meno come noi, ma se visitiamo un qualsivoglia paese del Nord Europa, ci rendiamo immediatamente conto di cosa si può fare per vivere tranquillamente senza plastica, in armonia con la natura.

Un altro particolare che influisce sulla scelta di attivare una tassa a carico del consumatore è dettata dalla mancanza di rispetto dell’attività commerciale che mette a disposizione i sacchetti. Purtroppo l’unico modo per sensibilizzare il consumatore è toccarlo nel portafoglio. Così forse non assisteremo più a persone che si portano a casa manciate di sacchetti (per farci cosa non si sa) oppure le persone impareranno a riutilizzare i sacchetti più volte, visto che li hanno pagati.

Come combattere  l’inquinamento delle plastiche biodegradabili e non?

Per incominciare si possono utilizzare sporte di tela o cesti, come in quasi tutti i Paesi, a partire dalla Svizzera e Austria. La grande diffusione  di borse e sacchettini di plastica, è andata incentivandosi con l’arrivo dei grandi centri commerciali dove tutto viene inserito in contenitori, vaschette e sacchetti di plastica. Avete mai fatto caso quanto scarto c’è nella vostra spesa? Arrivi con due sporte piene e una finisce nel bidone con tutti i vari contenitori. Quando ci si rivolgeva ai piccoli negozi, questo problema era ridotto al minimo. Il fruttivendolo e il fornaio mettevano tutto in sacchetti di carta, il macellaio utilizzava la carta  cerata, salumiere e droghiere idem. Basterebbe tornare ad un consumo consapevole e ricordarci che tutto quello scarto, oltre a danneggiarci la vita, lo paghiamo noi e non solo 0,01 euro, ma molto, molto di più, anche se il tutto è diligentemente occultato nel prezzo finale del prodotto.

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